A metà degli anni 2000 Fulco Pratesi, presidente onorario del Wwf, fece scalpore dichiarando che fare un bagno ogni 10 giorni è sufficiente per mantenere un’igiene corretta. E immaginate i commenti quando, ancora più recentemente, Mauro Corona confermò di lavarsi non più di una volta al mese: chi di voi fa lo stesso? quanti avrebbero da ridire in merito?
Atteggiamenti poco comuni che stanno prendendo sempre più piede soprattutto negli USA, dove la tendenza ha già dato un nome a questa categoria di persone che si lavano meno spesso di una volta al giorno: si chiamano unwashed e tra loro già fioccano nomi famosi come Brad Pitt, Johnny Depp e Russel Crowe. Queste sono solo alcune delle celebrità che hanno detto no alle docce quotidiane a favore della salvaguardia della pelle e soprattutto dell’ambiente.
Un ritorno al passato che non stupirebbe le nostre nonne nate nella prima metà del ‘900, quando il rito della doccia quotidiana non era affatto un’abitudine. Lo stile di vita moderno e il consumismo hanno reso consuetudine qualcosa che prima non lo era: la scelta degli unwashed è forse un ritorno alle origini? A sentire le motivazioni sembrerebbe più che altro che queste persone siano attratte dai numerosi effetti positivi dati dal non lavarsi: diminuire il consumo di acqua, per esempio, che incide di circa 20 mila litri di acqua a testa solo per la pulizia del corpo (considerando docce di 10 minuti l’una), 90 mila se si considera il consumo pro capite quotidiano quantificato dall’Istat nel 2015.
Anche alcuni dermatologi sconsigliano i lavaggi frequenti perché danneggiano e irritano la pelle andando a intaccare la stabilità del film idrolipidico che la ricopre. Una scelta etica che comincia con il risparmiare acqua e arriva fino alla propria salvaguardia: uno shampoo ogni dieci giorni e una doccia a settimana sono i numeri ritenuti idonei per gli unwashed che invitano sempre più persone a cambiare le proprie abitudini igieniche.